Ceccano travolta dallo scandalo dei fondi europei: sequestrati mezzo milione di euro in contanti 

Ceccano travolta dallo scandalo dei fondi europei: sequestrati mezzo milione di euro in contanti 

Il 24 ottobre 2024 è una data che non dimenticheranno facilmente i cittadini di Ceccano, provincia di Frosinone. Quel giorno è finito agli arresti domiciliari il sindaco Roberto Caligiore (FdI), che dal 2015 ha dominato la scena politica della città ciociara. Carabiniere, volontario della Croce Rossa Italiana, impegnato per la promozione del lavoro dei disabili, simbolo di giustizia e moralità è crollato sotto la lente di una inchiesta della procura europea. Oggi su di lui pesa l’accusa di essere il capo di un’organizzazione criminale che ha sottratto alla collettività una somma pari a cinque milioni di euro.  

Gli arresti del 24 ottobre 

Gli arresti del 24 ottobre sono il risultato di un’indagine coordinata dalla procura europea (Eppo), che ha portato alla luce l’esistenza di una vera e propria organizzazione criminale. Attraverso un sistema basato su affidamenti diretti di appalti e false fatturazioni, il gruppo riusciva a sottrarre i fondi destinati ai progetti del Pnrr. Non solo: al centro degli illeciti ci sarebbero anche i finanziamenti destinati all’accoglienza dei migranti. Il meccanismo era semplice: il Comune assegnava appalti senza gara pubblica, per poi emettere fatture fittizie che permettevano agli indagati di intascare il 10% delle somme complessive. 

Il terremoto politico (e non solo) 

Insieme al sindaco Roberto Caligiore, sono state eseguite tredici misure cautelari: dieci persone agli arresti domiciliari e tre imprese interdette dai rapporti con la pubblica amministrazione. L’operazione, condotta dalla squadra mobile di Frosinone e dalla Direzione centrale anticrimine di Roma, ha portato anche al sequestro di 500.000 euro in contanti, presumibilmente frutto delle attività illecite. Al caos giudiziario si è aggiunto quello politico: la maggioranza in consiglio comunale ha rassegnato le dimissioni in blocco e in città è esplosa la protesta. Cittadini, opposizioni e associazioni sono scesi in piazza chiedendo trasparenza e legalità. 

Pnrr a rischio 

Il prezzo di questa vicenda è altissimo. A Ceccano cresce il timore di perdere i fondi europei destinati a tre interventi cruciali: il restauro del castello dei Conti De Ceccano, la riqualificazione del centro storico e la messa in sicurezza della scuola elementare di Borgo Berardi. Proprio quest’ultima opera desta le maggiori preoccupazioni. Secondo quanto rivelato dal nuovo sindaco Andrea Querqui a #Noi Antimafia: «I lavori non sono mai partiti e, comunque, il progetto originario avrebbe consegnato alla comunità una struttura inadeguata dal punto di vista sismico. In pratica, inutilizzabile». 

«Riusciremo a spendere i fondi del Pnrr» 

Più rassicurante lo scenario per gli altri due interventi. Querqui si è detto ottimista: «I lavori al castello e nel centro storico sono a buon punto e i fondi saranno spesi entro il 2027, come previsto». Restano però difficoltà concrete, prima fra tutte il reperimento delle risorse necessarie a pagare nuove imprese: «Quelle precedenti avevano già incassato l’80% del totale, ora bisogna trovare i soldi per affidare i cantieri a chi subentrerà», ha spiegato il sindaco, ammettendo che la città si trova davanti a una vera e propria corsa contro il tempo. 

Non solo il sindaco 

Il 5 giugno 2025 la procura europea ha chiuso le indagini, confermando il ruolo dell’ex sindaco Caligiore come vertice dell’organizzazione criminale. È stata invece esclusa la responsabilità diretta dell’intero consiglio comunale. Restano però coinvolte figure tecniche di primo piano: Camillo Ciotoli, geometra del Comune, ed Elena Papetti, responsabile dell’ufficio Pnrr. Nel fascicolo compare anche l’assessore all’Ambiente, Alessandro Del Brocco, accusato di aver rivelato a Ciotoli la presenza di una microspia nell’auto di Caligiore. 

Paure e sfiducia 

A pagare il prezzo più alto, oltre ai conti pubblici, sono i cittadini. In piazza Municipio, cuore della città, la vicenda divide: c’è chi la affronta con indifferenza, segno di una profonda sfiducia verso politica e istituzioni, e chi invece esprime rabbia e indignazione. Molti lamentano problemi quotidiani, come buche nelle strade e scarsa sicurezza, ma è la microcriminalità ad allarmare di più, soprattutto in periferia: «Quest’estate i ladri hanno colpito diverse case e noi non possiamo fare nulla», racconta una residente. La sfiducia travolge anche le istituzioni: «Com’è possibile che tutta l’amministrazione non sapesse cosa stava accadendo? – si chiede un cittadino – Tanto si sa: alla fine si ruba e nessuno paga, qualunque sia il colore politico». 

Un caso italiano 

Quello di Ceccano non è un episodio isolato. Secondo i dati dell’Orep (Osservatorio Recovery Plan), nel 2023 l’Italia è risultata il Paese con il maggior numero di indagini sulle frodi legate ai fondi europei. Su 1.371 procedimenti aperti nell’Unione Europea, ben 556 hanno riguardato il nostro Paese, con un danno stimato per le casse pubbliche di 12,28 miliardi di euro. Nello specifico, dall’avvio del Pnrr la Procura europea ha avviato 206 indagini sulle frodi legate al piano, di cui 179 solo in Italia.