Ceccano, il sindaco Querqui: “Ripristinare la legalità in città, la nostra priorità” 

Ceccano, il sindaco Querqui: “Ripristinare la legalità in città, la nostra priorità” 

Come riportare legalità e giustizia in un comune? È la domanda che si è dovuto porre Andrea Querqui, sindaco di Ceccano (Frosinone), città che nell’ottobre 2024 è stata scossa da un terremoto giudiziario che ha portato agli arresti domiciliari l’allora primo cittadino, Roberto Caligiore. Con l’accusa di aver ricevuto tangenti in cambio di appalti, assegnati grazie ai fondi del Pnrr (Piano nazionale di ripresa e resilienza), insieme a lui sono finiti nel mirino della magistratura anche Camillo Ciotoli, geometra del comune, ed Elena Papetti, responsabile dell’ufficio Pnrr. In occasione dei primi cento giorni di lavoro, Querqui ha spiegato a #Noi Antimafia come si risana un comune che, a causa di corruzione e malaffare, rischia di perdere la grande opportunità dei fondi europei. 

È stato eletto dopo un terremoto giudiziario. Qual è la situazione che ha ereditato? 

«I problemi sono tanti, ma i più grandi riguardano i fondi europei, ora diventati ministeriali. Sono indirizzati al restauro del castello dei Conti de Ceccano, alla riqualificazione del centro storico e alla costruzione dell’ex scuola di Borgo Berardi. Con le inchieste in corso, attualmente tutte le figure di cantiere, per dodici mesi, non potranno andare avanti con i lavori. Per proseguirli, dobbiamo revocare queste persone dal loro ruolo, ma purtroppo non è semplice». 

Perché è così difficile? 

«Noi potremmo farlo anche subito, ma in questo modo c’è il rischio che facciano ricorso e perderemmo ancora più tempo. Allo stesso tempo però, abbiamo la necessità di terminare le opere entro il 2027. Non possiamo permetterci quindi di aspettare i tempi lunghi della giustizia». 

Quanto tempo ci vorrà per raggiungere questo risultato? 

«A giorni dovremmo riuscire. In base a come si sta evolvendo la situazione, sono molto fiducioso. Questo però sarà solo il primo passo, perché poi bisognerà trovare i fondi per affidare l’incarico a nuove ditte, visto che le vecchie avevano incassato già l’80% della somma prevista. In questo momento stiamo trovando le risorse». 

Quanto è concreta la possibilità di perdere i fondi del Pnrr? 

«Per dare una risposta precisa bisognerà aspettare il parere del nuovo direttore dei lavori, perché solo lui potrà darci un quadro chiaro. Dalle notizie che ho, la situazione sembra essere buona per quanto riguarda il castello dei Conti de Ceccano e il centro storico, visto che i tempi dovrebbero essere rispettati. Sono invece molto preoccupato per quanto riguarda la scuola Berardi». 

Come mai? 

«Il cantiere è stato aperto da poco, ma il vero problema è un altro: il progetto originale produrrà un edificio che non potrà essere utilizzato, perché, pare, non sia adeguato dal punto di vista sismico. Sono delle indiscrezioni che vanno verificate, ma non so come andrà a finire». 

Le difficoltà sono tante, ma forse la più grande è riguadagnare la fiducia dei cittadini nella politica “sana” 

«Lo scandalo giudiziario mi ha preoccupato per quanto riguarda l’astensionismo. Invece, a maggio 2025, abbiamo raggiunto il 73% di affluenza alle urne, un segnale che testimonia la fiducia delle persone verso di noi. Ora però dobbiamo cercare di non deludere sulle questioni di legalità e trasparenza. In questi mesi ho parlato alla cittadinanza con video e interviste, proprio per informare su quello che si sta facendo. Può sembrare nulla, ma voglio dare un segnale forte: cerca di nascondersi solo chi cade nell’illegalità, noi invece facciamo l’opposto». 

E sulla polemica riguardo l’affidamento diretto dei lavori pubblici? 

«La legge prevede che possano essere affidati direttamente degli incarichi nei casi in cui ci siano dei lavori da fare sotto una certa somma di denaro. A differenza di chi ci ha preceduto però, noi seguiamo il principio della rotazione: non saranno mai le stesse ditte ad eseguire i lavori, questo principio è chiaro ai nostri uffici». 

In molti si chiedono anche quale sia stato il vostro ruolo quando eravate all’opposizione, mentre regnava l’illegalità a Ceccano 

«Come dimostrano chiaramente i documenti, abbiamo utilizzato tutti gli strumenti a nostra disposizione: abbiamo fatto diverse segnalazioni all’Anac (Autorità nazionale anticorruzione), alla procura, alla regione, abbiamo fatto manifestazioni, petizioni e interrogazioni in consiglio comunale. Siamo stati noi che abbiamo segnalato le illegalità legate ai parcheggi a pagamento». 

Affari sporchi anche dietro i parcheggi? Come? 

«Nel 2022 il consiglio comunale ha deciso di affidare la gestione dei parcheggi a pagamento a una ditta privata. Sull’albo pretorio è uscito il bando e nel documento, in alcuni passaggi, viene nominato il comune di Castellammare di Stabia (Napoli) al posto di Ceccano. Un refuso, secondo l’ex sindaco, ma la cosa strana è che proprio una ditta che gestisce i parcheggi del comune campano ha vinto la gara. Una coincidenza troppo sospetta che non abbiamo esitato a segnalare». 

Come si è evoluta la situazione? 

«Dopo la nostra segnalazione, l’Anac ha chiesto spiegazioni al comune, obbligandolo a dare una risposta entro trenta giorni. Poi però non abbiamo saputo più nulla. Non abbiamo potuto accedere agli atti, ci è stato negato perché c’erano dei procedimenti in corso». 

Avete segnalato altri interventi “opachi”? 

«Ci opponemmo alla ristrutturazione di Piazza Mancini, che non aveva bisogno di nessun intervento. Eppure, sono stati spesi 600.000 euro per rimuovere i sampietrini e installare il basalto. C’era poi un progetto che prevedeva la sistemazione della frana in via Celleta, nella periferia della città, e sono stati stanziati finanziamenti estremamente inferiori rispetto a quelli necessari. Anche lì siamo in affanno e vogliamo portare a termine questo lavoro. Per non parlare delle scuole, che hanno bisogno di seri interventi». 

La burocrazia sembra quasi un ostacolo per il ripristino della legalità. È d’accordo? 

«La burocrazia è stata introdotta per favorire la legalità, rendendo più difficile operare illegalmente. È giusto che ci siano procedure di controllo. Se devo esprimere un parere da sindaco è eccessiva. Credo che sia necessaria, considerando i rischi di corruzione che ci sono, ma secondo me c’è bisogno di un compromesso che assicuri legalità ed efficienza della macchina amministrativa». 

Ma allo stato attuale è un ostacolo? 

«Non voglio definirla così. Sicuramente è qualcosa che allunga un po’ i tempi. Non sono d’accordo con chi dice che bisogna togliere tutte le regole per velocizzare i processi, perché si favoriscono i malintenzionati. La legge è quella e va rispettata. Chiediamo semplicemente che vengano snelliti alcuni passaggi». 

Pensa sia giusto lasciarsi quello che è successo alle spalle, come molti pensano? 

«È giusto che quello che è successo non venga dimenticato, soprattutto da noi amministratori. Però bisogna anche andare avanti. I fatti sono stati gravissimi, ma è anche giusto ripartire, assumerci le nostre responsabilità e dare risposte a una città che è rimasta ferma per troppo tempo a causa dell’illegalità».